Materazzi: «Zizou, aspetto ancora le scuse»
Il giocatore dell'Inter si sente vittima di una violenza da parte della Fifa. Ma tende la mano all'ex campione francese

Materazzi la notte della vittoria mondiale (Emblema)
MILANO - Domani Francia e Italia tornano in campo, non ci sarà la Coppa del Mondo in palio e in campo non ci saranno nè Marco Materazzi nè Zinedine Zidane, i due protagonisti di un episodio unico nel mondo del calcio. Per la prima volta, infatti, il «provocatore» è stato punito quasi quanto il giocatore violento. Zidane dà una testa a Materazzi e si becca tre giornate di stop, appena una in più di Materazzi. Incredibile.
Alla vigilia della sfida Francia-Italia, Materazzi, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, torna sull'argomento. «Quella decisione così sproporzionata - racconta - non è stata solo un'offesa nei miei confronti, ma anche nei confronti del nostro mondo: da che calcio è calcio, certe cose vengono risolte sulla base di quello che è successo sul campo, e in campo capita di non sussurrarsi all'orecchio parole dolci. Dico di più: credo fosse quello che volevamo anche io e Zidane. Però a qualcuno conveniva che questa cosa diventasse molto più grande. Io non ho provocato: io ho risposto, verbalmente, a una provocazione. A parlare siamo stati in due, e non sono stato io il primo. Io l'ho trattenuto per la maglia, ma secondo voi dire in modo sprezzante "se vuoi, dopo la maglia te la do", non è una provocazione?. A Zidane ho risposto che preferivo sua sorella, è vero. Ho "toccato" sua sorella e non è stata una cosa gentile, è vero. Ma per fortuna ci sono state decine di calciatori a confermare che in campo ci si dice ben di peggio. Diciamo che lui è stato più francese e io più italiano, lui più ironico e io più ruspante».
Materazzi si sente vittima di una violenza da parte della Fifa. «È stata lesa la mia dignità e in fondo credo sia stata un'offesa anche a tutti gli italiani. Io so solo che mi sono preso una testata e due giornate di squalifica. E giuro che avrei fatto non tre giornate, ma tre mesi, o anche tre anni, di lavori socialmente utili pur di essere in campo a Saint Denis, domani sera. Ma io conto sicuramente meno di Zidane. Comunque se accettare senza alzare la voce la squalifica di Materazzi era il prezzo da pagare per aver portato a casa la Coppa del Mondo, sono ben contento di aver pagato. Anche in maniera sproporzionata rispetto a quello che ho fatto». Zidane ha detto ai bambini che non si deve fare quello che ha fatto lui. «È stato bravo, gli fa onore. Però a me non ha ancora chiesto scusa. Di sicuro non devo chiedergliela io: semmai devo delle scuse a sua sorella. Ma giuro che prima che scoppiasse tutto questo casino, non sapevo neanche che Zidane avesse una sorella«. Materazzi è pronto a chiarire ogni cosa e a stringere la mano a Zidane. «Si firma una pace dopo guerre terribili e non possiamo fare pace io e Zidane? Una pace fra uomini, senza tanta pubblicità, sicuramente sì. Per questo la porta di casa mia sarà sempre aperta. E Zidane, se vuole, sa come trovare il mio indirizzo».